Vogliamo pensare Paola Besana mentre sorride, con in testa uno dei suoi cappelli.
La mente corre ad un’edizione di almeno quindici anni fa, quando a Leumann girava fra i tavoli della mostra-mercato fiera del suo ultimo acquisto: un copricapo in feltro dalla foggia buffa e vistosa. Era spiritosa e vivace, una personalità trascinante.
Mi piace ricordarla con il suo sorriso, la sua curiosità sempre viva, il suo amore per la tessitura e per l’insegnamento.
Chi l’ha conosciuta, chi ha frequentato i suoi innumerevoli corsi ha un suo preciso ricordo.
Io l’ho scelta come insegnante, dopo aver iniziato con altri a capire cosa significava la tessitura, perché volevo cominciare di nuovo con lei, dalla realizzazione di un ordito, dalle variazioni della tela e della saia.
Si dice che la morte è una porta che dobbiamo attraversare tutti, vorrei che ciò che Paola Besana ha seminato ma anche raccolto nella sua lunga vita illumini il suo cammino, in qualunque posto dove il suo spirito ora si trovi, ma ispiri anche il lavoro di chi ha scelto di insegnare ad altri ciò che sono le arti tessili.
Grazie Paola Besana.
Un’ arte antica quella della tessitura che è riuscita a ridare vita alle dimenticate sale del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Off Loom un oltre la tessitura, una mostra eccezionale.
Sono stata all’inaugurazione, gremita di persone conosciute e sconosciute, ma nonostante l’affollamento, nel visitarla sono riuscita ad estraniarmi da tutti come fossi stata da sola.
Ho voluto scoprire cosa significasse “Off Loom” e “Fiber Art”, proprio in questo Museo della Tradizione, dove sono esposti tra l’altro costumi di tutte le regioni italiane, tessuti e attrezzi usati dalle nostre nonne come arcolai, fusi, conocchie e ancora cesti di varia provenienza e foggia legati alla civiltà contadina
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