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Maestri reali e maestri ideali

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Lydia Predominato – Lunga vita alla Fiber Art

Un’ arte antica quella della tessitura che è riuscita a ridare vita alle dimenticate sale del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Off Loom un oltre la tessitura, una mostra eccezionale.

Sono stata all’inaugurazione, gremita di persone conosciute e sconosciute, ma nonostante l’affollamento, nel visitarla sono riuscita ad estraniarmi da tutti come fossi stata da sola.
Ho voluto scoprire cosa significasse “Off Loom” e “Fiber Art”, proprio in questo Museo della Tradizione, dove sono esposti tra l’altro costumi di tutte le regioni italiane, tessuti e attrezzi usati dalle nostre nonne come arcolai, fusi, conocchie e ancora cesti di varia provenienza e foggia legati alla civiltà contadina.

Ho capito che è giusto che la mostra sia stata esposta in questo luogo della nostra memoria, perché gli artisti che qui espongono sono anche artigiani, sono partiti da una manualità legata alla tradizione per andare oltre.

Materiali diversi: filati di lana, cotone, sintetici, feltro, materiali plastici, ferro, carta e tecniche diverse per annodare tessere cucire infeltrire stampare e tanto ancora.
Ogni artista dialoga con noi svelandosi e dandoci l’opportunità di andare oltre attivando e stimolando a sua volta la nostra creatività e il nostro immaginario.

Ho fatto la conoscenza per la prima volta, per me, delle opere di Vito Capone con il suo Letto-letto, Raffaele Penna con Grande volo e sfera alveare, Enrico Accattino con Meandri e tanti altri.
Opere che mi hanno incantato.
Altri li avevo già incontrati in altre mostre, come Teodolinda Caorlin la cui opera ricordo a Vicenza nella grande mostra sugli arazzi.

Ma presenti alla mostra vi erano anche i miei maestri reali e i miei maestri ideali.
Un’installazione troneggiava in una grande sala all’inizio del percorso museale. L’opera di Lydia Predominato Lunga vita alla Fiber Art, una piramide bioenergetica in metallo che racchiude in sé un reperto tessile. Per me una mano, la mano dell’artista che da anni è una protagonista in questo campo e che io ho avuto come insegnante di tessitura alla scuola di Arti e Mestieri a via S.Giacomo a Roma.
E’ lei che mi ha svelato l’arte tessile e introdotto in questo mondo che mi si rivela sempre più vasto.

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Federica Luzzi – Red Shell 2

Nei Dialoghi nell’angolo del cucito, tre avvolgenti sedili interamente ricoperte di stoffe, unite da un fitto ricamo a macchina, ho ritrovato Lucia Pagliuca, con cui ho fatto il terzo anno di tessitura alla San Giacomo. Ho immaginato sedute su quelle sedie, tre donne intente a lavorare e chiacchierare, come una volta facevano le donne di paese, sedute sull’uscio di casa, allegre e bonarie come lei.

Sempre alla San Giacomo ho seguito per tre anni il corso di arazzo tenuto da Federica Luzzi, dalla quale oltre alla tecnica, ho appreso il rigore e l’importanza della concentrazione e del silenzio mentre si sta davanti al telaio verticale e l’opera cresce lentamente. Ci si deve staccare dalla frenesia del mondo che ti circonda. Lei è così, silenziosa, misteriosa ma la sua opera è al contrario potente come la forza della natura che si svela nelle forme che la evocano: semi, baccelli. Qui ha presentato due piccole forme lavorate con il macramè, Binaria forme bianche, perché Federica ama i colori non colori, il bianco, il nero. Imponente, lavorata a telaio verticale è Red Shell n.2 una grande forma che cala dall’alto e librandosi nell’aria si mostra in tutti suoi ripiegamenti misteriosi e sensuali.

Paola Besana - Tre entità
Paola Besana – Tre entità

Ho incontrato, sorridente come sempre Paola Besana con cui ho fatto un piccolo laboratorio di tessitura a Casa Clementina in Piemonte. E’ un’insegnante precisa e paziente e tanto generosa nello spiegare e illustrare i suoi reperti tessili che ha accumulato e studiato in giro per il mondo. Vive a Milano e mi invita sempre a seguire i suoi nuovi corsi e visitare la sua fornitissima biblioteca, ma come si fa, abito a Roma , è lontano.
La sua opera la trovo estremamente moderna e geniale. Tre Entità è una tessitura che si apre, si scompone e crea una tridimensionalità e un’illusione ottica catalizzatrice.

Poi c’è Eva Basile che in realtà non è stata una mia insegnante ma che attraverso “Filo lungo Filo” che si tiene a Collegno ogni fine Settembre, e attraverso le varie edizioni di “Feltrosa” ed ora attraverso i brevi incontri con le feltraie romane e laziali, si può ascrivere al ruolo di guida e raccordo tra l’ingarbugliato mondo degli amanti degli intrecci. Repeat , quattro tavole moderne di un tessuto antico che esprimono rigore e tecnica estrema.

Ci sono poi gli insegnanti ideali, cioè quelli che ho conosciuto e che avrei voluto fossero stati i miei insegnanti. Tra questi Renata Bonfanti della quale sono andata a cercare il laboratorio vicino Treviso. Un grande laboratorio con molti telai, dove varie tessitrici, sotto le sue direttive, producevano grandi tappeti.. Timidamente ho chiesto se potevo guardare e poi sono andata via. In seguito ho ammirato le sue opere a Vicenza ed ora qui a Roma dove continuo ad apprezzare la sua esattezza e i suoi accostamenti di colori.
Wanda Casaril l’ho conosciuta a Gambettola durante “Feltrosa” 2011, e qui il suo enorme “tappeto”, Il Giardino della Pace, fatto di materiali tessili vari che racconta la sua storia, il suo vissuto, mi ha ricordato e fatto capire la composizione dei tappeti classici.
Gina Morandini l’ho conosciuta in Valcellina dove insieme frequentammo un corso di nuno feltro. Essendo fuori età, non ho mai potuto partecipare al Premio Valcellina e guardando la sua opera La fine e l’inizio credo che nell’arte l’età non conti.
Di carta e non di metallo sono le forme tridimensionali di Roberto Mannino che insegna alla San Giacomo scultura del legno. E’ stata una scoperta questa sua capacità di dare pesantezza e forza ad un materiale leggero e fragile come la carta.

Ma la mia maestra ideale per eccellenza è Maria Lai. L’ho conosciuta per caso in Sardegna, quando sono andata ad Aggius, dove si svolgeva una manifestazione tessile per tutto il paese. Era una festa in suo onore. Ho visto dapprima il suo filmato dove avvolgeva tutto il paese con un lungo filo azzurro e poi ho visto lei, piccola, forte, sorridente.
Vedere alcune sue opere in questa mostra a Roma, mi hanno riempito di gioia. Per me è lei che esprime questo andare oltre la tessitura, attraversando ciò che è stato, l’amore per la sua terra, le tradizioni. Il suo Sole scucito-geografia va oltre, verso il futuro e si proietta nell’ignoto del cosmo.

Devo dire che c’è un altro maestro ideale, qui purtroppo non presente. E’ Luciano Ghersi con i suoi arazzi, che dopo Vicenza e “Filo lungo filo” avrei avuto piacere di incontrare anche qui.

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