“Tramando” mostra personale di Angela Giordano
Sono tornato a Pratovecchio – Stia (Arezzo) dopo il lungo periodo di chiusura dei musei, a causa della pandemia, per visitare la mostra dell’artista e maestra tessile Angela Giordano che è stata prorogata fino al 27 giugno prossimi al Museo dell’Arte della lana, collocato in un’area ristrutturata del vecchio lanificio nei pressi del centro della città, a fianco del torrente Staggia che la attraversa.
È stata anche l’occasione per rivisitare il museo visto che, negli ultimi anni, grazie a diversi finanziamenti ricevuti da Enti pubblici, Enti privati e da singoli soggetti, sono stati incrementati i percorsi audiovisivi per meglio documentare le varie fasi di lavorazione della lana.
Un’altra caratteristica del Museo è la sua attuale completa fruibilità per le persone disabili.
Presso la biglietteria vi sono anche dei tablet, che assicurano una fruizione assimilabile ad una visita guidata.
Come è avvenuto anche in occasione di altre mostre, le opere sono distribuite lungo il percorso museale, collocate in posizioni strategiche e quindi la loro visita non può che avvenire contemporaneamente a quella del museo.
Nella sala principale, in cui sono presenti due grandi telai jacquard, sono esposte le opere di dimensioni maggiori e in particolare gli arazzi.
La mostra documenta il percorso artistico e formativo di Angela Giordano, classe 1950, nata in Argentina ma emigrata ragazzina a Milano.
Il suo lungo percorso è iniziato, quasi per caso, nei primi anni Settanta con l’assunzione a Milano presso la galleria Passarella di Fiorucci in zona San Babila.
L’apprendistato le consente di conoscere la tecnica di ricamo su canovaccio con le diverse tipologie di punti (Fiamma, Bargello, Piccolo punto, Punto lanciato ecc.) ad opera di alcune signore della “Milano bene” che ne erano delle cultrici e che, data la loro collocazione sociale, potevano svolgere una attività gratuita di promozione e diffusione di queste tecniche.
A partire dal 1974 inizia anche la sua collaborazione con le testate femminili dell’epoca: Brava, Mille idee, Cent Idèes, Famiglia Cristiana, Confidenze, Elle, Casa Vogue, a supporto delle richieste di informazione sulle tecniche del ricamo che provenivano dalle lettrici.
Le opere di ricamo presenti in mostra illustrano come la ricerca di Angela Giordano si è successivamente concentrata sull’utilizzo di questa tecnica al di fuori dei canoni tradizionali.
Il dizionario dei tessuti (www.softandsoft.it) così definisce il ricamo: “Disegno ornamentale ottenuto con appropriate cuciture a mano o a macchina per arricchire un indumento o la biancheria”.
Le tecniche del ricamo sono invece utilizzate da questa artista come un abbellimento o stravolgimento di oggetti presenti nelle nostre case (tavolini, barattoli, scatole, copri fiamma del caminetto, quaderni, cornici, sassi) ma acquistano anche una loro autonomia nei quadri o nei pannelli più grandi in cui l’unica finalità sembra la sperimentazione della ricerca di disegni e accostamenti cromatici sempre diversi che stupiscono chi li osserva e comunicano le infinite possibilità di espressione di questa tecnica.
Vi sono alcuni “imparaticci” con la riproduzione delle lettere alfabetiche, dei numeri, anch’essi modificati rispetto a quelli tradizionali nonché alcune testimonianze autobiografiche: foto giovanili, le cornici delle foto che ritraggono la mamma, la partecipazione ad una manifestazione a Nashville nel 1999, immagini di gatti in diverse posizioni eseguite a ricamo che testimoniano il suo affetto per questi felini.
Un discorso a parte merita il grande Palio dell’antico gioco della Palla Grossa, una competizione di quattro rioni che si svolge a Prato. Realizzato nel 1981 nella attuale mostra è presente una foto, al posto dell’originale che era stato concesso dall’inizio fino alla chiusura per la pandemia.
Alcune foto ne illustrano le tecniche di realizzazione: gli interventi sono stati fatti direttamente sul dipinto realizzato da Alfio Rapisardi, pittore, scultore e artista fiorentino, (1929 -2018).
Angela e due sue allieve che l’hanno affiancata, hanno usato la tecnica del trapunto fiorentino sopra il dipinto, creando dei fili di supporto su cui eseguire i vari ricami che hanno impreziosito l’opera.
Il dipinto finale, delle dimensioni di 1,5 metri per 3, chiamato sinteticamente Palio Rapisardi, è conservato a Prato presso il Museo di Palazzo Pretorio.
In altri arazzi la tecnica del ricamo è unita alla tessitura in composizioni sempre realizzate su cartoni di artisti: Antonio Guarnieri, Mario Boldrini, Robert Shakelford.
Spiccano in particolare quelli su ispirazione dei quadri dei futuristi Giacomo Balla e Gino Severini.
In mostra vi sono poi degli arazzi tessuti sia su telaio verticale che orizzontale ma in cui sono sempre presenti tecniche diverse, non quindi il classico gobelin, ma il sovrapporsi e mescolarsi di filati tessili diversi, trame Soumak e tecniche tessili distinte dalla tradizionale tela, eseguite su telaio verticale anziché orizzontale a testimoniare l’esigenza di questa artista di utilizzare l’amplissima gamma di tecniche acquisite e sperimentate nella sua lunga vita professionale ed artistica.
Angela Giordano sembra esprimere la sua insofferenza per i canoni tradizionali di esecuzione dell’arazzo, le sue opere privilegiano l’impatto visivo, la ricerca materica, il superamento della bidimensionalità, senza tuttavia arrivare alla Fiber art.
Fra gli altri spicca l’opera “Materico” del 2020 in cui l’artista Mario Boldrini, oltre al cartone di base, ha prodotto la terracotta originale, pezzi spezzati ne sono stati appesi al tessuto a rappresentare metaforicamente la condizione del mondo conseguente alla pandemia.
La sua attenzione e partecipazione alle altre culture è ben rappresentata nell’opera “Mondi a confronto” del 1995.
Nella mostra hanno uno spazio minore i lavori tessili legati all’abbigliamento pur presenti nella sua dimensione lavorativa anche artigianale.
Un’artista tessile quindi che lavora con le mani e con il cuore, che fonde nelle sue opere la storia personale, le sue esperienze nei paesi del Sud America, dell’India, dell’Africa, oltre all’Italia in cui ha svolto la sua più lunga attività.
Le sue opere vanno guardate tenendo conto di questi aspetti e apprezzate con un’attenzione necessaria per coglierne le molte sfaccettature e tecniche.
Altre notizie su questa mostra e sulla biografia di Angela Giordano sono anche presenti nelle seguenti riviste:
Jacquard, edita dalla Fondazione Lisio di Firenze, n. 33/1997 e 85/2020;
TessereAMano, edita dall’associazione Coordinamento Tessitori, n. 3/2020;
Notizie Nostre, edita dall’Associazione degli ex allievi dell’Istituto Buzzi di Prato, n. 259 Marzo 2021.
Tramando (Abbigliamento – arredamento – insegnamento)
Personale di Angela Giordano fino al 27 Giugno 2021
Museo dell’Arte della Lana Lanificio di Stia
Via G. Sartori 2 – Pratovecchio Stia (Arezzo)
tel.: +39 0575 582216 – +39 338 4184121 www.museodellartedellalana.it

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