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Naturali Contaminazioni

Entrare in un antro magico che ti accoglie e cattura sino ad arrivare in un ampio spazio dove le varie opere sono state accostate a veri elementi marini come spugne, conchiglie fondendosi e interagendo con essi, è l’avventura della Galleria Sinopia. 

All’inizio si è subito colpiti dalla bellezza delle opere di due grandi maestri e sperimentatori dell’arte del feltro.  “Fuochi del redentore”, lamine che guizzano in direzioni opposte da un centro di esplosione, fendendo l’aria di Claudio Varone, ed Ester Weber con la sua opera aperta, in continua evoluzione. Tronchi d’alberi dalle diverse cortecce illuminate dall’interno che affascinano trasportandoci in un bosco incantato. 

Una cascata fluttuante di tentacoli che si dipartono da un corpetto, abito che evoca un corpo sinuoso e marino, è “Terra aria” di Marina Cristina Bettini. 

Ispirati alla Sicilia sono i lavori di Marilù Cecchini con i suoi “Crateri” e il “Cretto lavico” che riproduce le fenditure del terreno percorso dal magma infuocato e “Stripers” materia in movimento che modella incessantemente il paesaggio. 

Entrando nell’ampia sala si è subito attratti da un pannello dove lamine di due diversi colori si incontrano comunicandoci il loro equilibrio raggiunto, l’altra opera di Varone, “New identity 2” 

Ricerca di forme che racchiudono in sé l’origine della vita sono le opere di Cinzia Li Volsi che si rifanno alla natura, ma sono forme immaginate dove è racchiuso contemporaneamente un senso di catastrofe e di rinascita. 

 Anche le opere di Natascia Gasperoni sono ispirate dalla natura e interessante è la sua lavorazione del feltro unito alla cartapesta in “Oltre e nelle altre due opere, l’uso del punto filza che da uno straordinario movimento alla lana cardata. 

 L’uso dell’allume di rocca che cristallizza la fibra di lana rendendola altro, trasformandola in un minerale è l’interessante lavoro di Tiziana Abretti con le sue forme azzurre. 

 Eva Basile è presente con “Quella sporca dozzina”. Ironiche e inquietanti sono le sue dodici mani sporche di greggio che denunciano lo scempio quotidiano dell’ambiente. Una sola è ancora candida ma sarà anch’essa ben presto insozzata dal liquido mortale? 

Valentina Dentello utilizza il ricamo, usando un incisivo colore rosso per imprimere i propri stati d’animo su pannelli di feltro, trasmettendoci il suo diario intimo. 

Ironico è il cappello volante di Barbara Girardi che con “Waterfall” attraverso la sua leggerezza e i suoi colori marini dà la possibilità a tutti, indossandolo, di entrare in una nuova dimensione acquatica e purificante. 

Diana Poidimani, artista e Maestra degli intrecci, ci presenta “Tris”, che unisce il feltro alla cesteria in costruzioni verticali che partendo dalle radici si innalzano contenendosi a vicenda. 

 Sassi, forme cave perfette, quelle di Cristiana Di Nardo e Laura Sassi che inserisce sulla lana cardata la foglia d’oro. A queste saggiunge ”Mina Vagante” di Daniela Costanzo Giorgio, contenitore dai colori incandescenti che simula un oggetto misterioso, pronto ad esplodere. 

La mostra “Naturali contaminazioni Scultura in feltro”, è stata curata da Eva Basile e Lydia Predominato ed è alla Galleria Sinopia via dei Banchi Nuovi n.21b, Roma dall’11 Aprile al 30 Maggio.   

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