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Le ultime ricerche di Luciano Ghersi

Dopo la carta degli antichi messali, i tessuti dei campionari d’alta moda, i filati d’oro recuperati dalle lavorazioni della Fondazione Lisio, dopo la tessitura collettiva della spazzatura spiaggiata e quella delle banconote, Ghersi nella sua incessante attività di tessitura di tutto, con tutti, dappertutto è approdato alla tessitura del PET.

Da alcuni mesi è possbile trovalo alle entrate posteriori dei supermercati dell’amerino (l’area che circonda Porchiano del Monte, il borgo in cui ha stabilito da qualche anno la sua Facoltà di Tessere) in cerca di involucri di acque minerali, bevande gassate e pakaging il più possibilmente colorati. Queste vilissime plastiche le taglia a strisce e le usa a mo’ di trama in quello che ha chiamato PROgetto COndiviso di TEssitura PLAstica.

“Ora che il polietilene è stato messo al bando e sostituito con le plastiche prodotte a partire dal mais, occorre far qualcosa per salvarne la memoria…” ha esordito con ironia l’artista. “Io ci tesso un tappeto, un vero tappeto annodato, come quelli persiani!”

Abbiamo fatto una chiacchierata con lui lo scorso 1° gennaio, documentando la realizzazione del tappeto. Altre domande ed altri interrogativi nell’intervista che pubblicheremo nei prossimi mesi su TessereAMano.

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