Verde – Storia di un colore
Michel Pastoureau, Verde. Storia di un colore, Milano, Ponte alle Grazie, 2013. pp 238 ill. colori ISBN 9788862209571
Lo storico francese, specialista di cultura medioevale e della simbologia del colore dedica una monografia ad un colore dalle fortune alterne: è onnipresente in natura ma pressoché assente dai nostri guardaroba.
Viene associato al giardino dell’Eden e per questo è divenuto il colore dell’Islam, è il colore delle culture celtiche e viene per questo scelto come vessillo dalla Lega Nord. Ma è anche il colore dell’ambientalismo e di Greenpeace: un colore politico quindi, dalle mille sfumature.
Ma non è solo questo. Sulla quarta di copertina l’autore riassume
“Per lungo tempo difficile da produrre, e ancor più da fissare, il verde non è soltanto il colore della vegetazione: è anche, e soprattutto, quello del destino. Chimicamente instabile nella pittura come nella tintura, è stato associato nel corso dei secoli a tutto ciò che era mutevole, effimero e volubile: l’infanzia, l’amore, la speranza, la fortuna, il gioco, il caso, il denaro. Solo nell’epoca del Romanticismo è divenuto definitivamente il colore della natura, e in seguito quello della libertà, della salute, dell’igiene, dello sport e dell’ecologia. La sua storia in Occidente è anche quella di un capovolgimento di valori. Dopo essere stato a lungo in disparte, malvisto o respinto, oggi si vede affidare l’impossibile missione di salvare il pianeta.”
Le 200 e più pagine che compongono il libro sono molto ben illustrate, l’esposizione chiara e piena di spunti interessanti. L’organizzazione del volume segue un ordine cronologico e si concentra sulle culture europee e le loro simbologie, volutamente.
A volte lo scritto risulta un po’ ripetitivo, ma la lettura comunque è fluida e molto piacevole ed offre spunti ed informazioni interessanti per tutti coloro che si occupano di arti visive e di tecniche decorative. La traduzione italiana esce contemporaneamente alla pubblicazione in Francia, a confermare il grande seguito che lo studioso francese ha conquistato nel nostro paese.
Franca
..parlare del verde come associazione ad un partito politico .. lo trovo fuori luogo, c’è tanto da dire, questo riferimento non fa testo!
Eva Basile
I vessilli colorati sono sempre stati importanti nella vita sociale. E’ indubbio che nessuna formazione avversa al socialismo/comunismo adotterebbe una bandiera rossa, tanto per fare un esempio piuttosto scontato.
Quello che mi premeva nel ricordare il verde celtico della lega (ribadito in ogni occasione da quella formazione politica) è il fatto che condivide la scelta cromatica con gruppi ideologici ben diversi come orientamento culturale e quindi questo aspetto avvalora la complessità e polisemia di questo colore.