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Una giornata a Firenze

| Eva Basile | | 1 commento

La giornata oggi è stata lunga: alle 9,30 eravamo già in fila davanti alla biglietteria di Palazzo Pitti: qualcuno aveva già chiesto di acquistare i biglietti in previsione di ritardi con i treni.

un momento dall’assemblea, con in primo piano il frammento di Yulia Orlova, per Notte Stellata

Un quarto d’ora dopo arrivava la nostra guida: Samuele Magri e alle 10 in punto ci siamo messi in coda all’ingresso. Sbrigate le noiose procedure per il noleggio degli auricolari è entrato un primo gruppi di quindici persone, il secondo è entrato circa un’ora dopo.

Il Museo della Moda è riaperto da poche settimane, per la gioia di esperti e cultori, ma non con qualche critica: la mostra, organizzata in senso cronologico, presenta solo una piccola selezione di manufatti, dei 7.000 della collezione. La guida spumeggiante e competente di  Samuele l’ha fatta comunque apprezzare a tutti. I due gruppi si sono alternati, nell’attesa c’era comunque da sbizzarrirsi fra i tesori granducali, Raffaello, Tiziano, la galleria d’arte moderna…

Poi tutti a pranzo, con un po’ di caos, esattamente come vuole tradizione. E dopo ancora al Conventino, dove chi scrive aveva già iniziato ad avviare PC e collegamento su Zoom. Quest’anno in sette hanno partecipato a distanza, quattro per delega e ventuno in presenza. 

Tramite una presentazione sono state ricordate le attività svolte, quelle in programma per il 2024 ed i saldi di cassa e conto corrente. Al momento abbiamo un riporto di circa diecimila euro. Le votazioni sono state veloci e unanimi: tutto approvato!

Alle 17,00 potevamo chiudere e lentamente siamo scesi alla caffetteria dove molti si sono fermati per un’altra oretta. Le conversazioni migliori, si sa, si fanno a tavola.

Ma il momento più intenso è stato quando, dopo tanto parlare di Notte Stellata e progetti che riguardano la grande mostra collettiva, è stato aperto l’ultimo frammento giunto per aggiungersi alla mostra: quello partito da San Pietroburgo a marzo del 2022, giunto miracolosamente dopo quasi due anni, nonostante blocchi e sanzioni.
Abbiamo fatto un piccolo video che è stato subito inviato a Yulia Orlova, l’autrice.
Nel riquadro sono assemblati ritagli di abiti ricavati da vecchi abiti di parenti, un po’ russi, un po’ ucraini, uniti da punti di ricamo e feltro proprio nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina. Un tributo importante in un momento doloroso.

Speriamo che questo inatteso arrivo sia di buon auspicio. Fabio Giusti nei prossimi giorni contatterà Natali Svetz, la feltraia ucraina che è stata per ben due volte a tenere corsi a Feltrosa. Con un suo frammento finalmente si completerebbe l’opera!

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