Arabesques e Antonio Ratti a Roma
Arabesques. Antonio Ratti, il tessuto come arte è il titolo della mostra che dal Palazzo Te a Mantova si è riproposta, riadattandola, dal 14 Marzo al 20 Maggio nelle grandi Aule delle Terme di Diocleziano a Roma . L’itinerario della mostra si sviluppa in un dialogo serrato tra tessuti antichi e moderni e arte contemporanea. Quindici sono le opere, tra istallazioni e video degli artisti presenti. Tra le tante istallazioni, sospesa nell’ambiente è l’opera di Renée Green Space Poem #6, composta da trenta bandiere che riportano il nome di giardini spariti nel tempo. Una struttura enorme che ben si inserisce nelle Grandi Aule delle Terme è l’opera di Yona Friedmann, No Man’s Time,una serie di cerchi d’acciaio con disegni stampati su tessuto. Il dialogo tra tessuto e arte contemporanea si intensifica con l’installazione cinetica di Hans Haacke White Wide Flow, un enorme telo di seta fluttuante sotto la spinta di un ventilatore e con i quattro grandi stendardi sospesi di Matt Mullican. Al centro dell’itinerario della mostra sono disposte delle bacheche con i preziosi manufatti tessili delle collezioni della Far (Fondazione Antonio Ratti): dai tessuti copti a quelli precolombiani, alle cravates, ai broccati di fine Ottocento, alla prima produzione di disegni di Antonio Ratti degli anni ‘30 ’40. Una libreria centrale raccoglie oltre cento libri campionari.
Da segnalare è il video Archividi Domenico Palma in cui si narra come il passato custodito è fonte inesauribile per le nuove produzioni. Duplice e in contemporanea, perché diviso in due finestre, è la visione del video. Da una parte mani delicate e protette da guanti bianchi, ci mostrano alcune meraviglie custodite nei ricchi archivi della Fondazione, dall’altra si mostra il lavoro svolto nell’azienda Ratti, dalla tessitura alla stampa sino al risultato della produzione di ricche stoffe di seta dai motivi cachemir, tanto amati e studiati da lui.
All’inizio della mostra vi è una grande fotografia che ritrae l’imprenditore tessile comasco intento ad analizzare un disegno e più in basso un suo scritto che traccia la sua vita nel passato, nel presente e oltre, dai cinque anni: “…avevo la mania di disegnare tante curve e controcurve…”ai centouno anni “…sarò decisamente arrivato e in grado di far meraviglie, solo allora, se mi vorrete scrivere, mi direte se sono stato veramente bravo”.
Parla della sua passione che sfocerà nella creazione della sua azienda “Tessitura Serica Antonio Ratti”, che porta avanti lo studio del disegno cachemire:“…formare un’ orchestra per sintonizzare tutte le note utili alla composizione del cachemire…”.
Oltre ad essere un imprenditore è stato un ideatore di progetti culturali, amando l’arte nei suoi molteplici aspetti, condividendola con i dipendenti della sua azienda. Nella Palazzina dei Servizi sociali erano organizzati concerti e spettacoli teatrali. E’ stato mecenate verso i giovani artisti e ha incoraggiato la loro creatività. Ha organizzato importanti progetti espositivi sul tessuto e la sua storia, creando nel 1958 il FAR, un luogo di divulgazione culturale e artistica dove studiosi e artisti internazionali hanno avuto l’opportunità di approfondire le proprie ricerche in workshop e seminari. Un illuminato collezionista che ha messo a disposizione la sua collezione tessile, privata, a disegnatori e stilisti per far si che la ricerca favorisse la nascita del nuovo e del bello. Nasce per suo merito al Metropolitan Museum di New York nel 1995 uno dei primi Centri Specializzati nella ricerca e nel restauro del tessile.
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