E’ stata vivace la nostra assemblea, dopo anni di votazioni unanimi. Finalmente: è un segnale di vitalità!
Ma iniziamo con ordine: come prima cosa dobbiamo ringraziare Fabio Giusti che ci ha aperto il suo mondo, il mondo della ricerca e delle lavorazioni su scala industriale in campo tessile. Un mondo fatto di intuizioni, investimenti e tanto studio.
Come prima tappa ci siamo trovati venerdì pomeriggio in un piccolo gruppo di sette persone di fronte al Museo del Tessuto di Prato.
Non potevamo sapere che questo sarebbe stato il fine settimana più gelido del calendario, quando abbiamo fissato la data dell’assemblea annuale, il principale incontro che ci coinvolge tutti: tessitori, feltrai ed appassionati.
Nemmeno potevamo prevedere quante persone sarebbero giunte a Prato, e da dove: si sa, i soci vivono in ogni parte d’Italia.
Il ghiaccio ha scoraggiato qualcuno a mettersi in macchina, impedimenti familiari hanno costretto altri a rinunciare, a malincuore, ma la velocità dei collegamenti ferroviari e la possibilità di trovare biglietti a buon prezzo han fatto si che fossimo in diciannove alla visita alle collezioni del Museo del Tessuto. All’assemblea, nel pomeriggio, si sono aggiunte altre quattro persone.
Siamo arrivati da Firenze e dal resto della Toscana
HERITAGE storie di tessuti e di moda, è il titolo della mostra che il Museo del Tessuto di Prato offre ai visitatori in occasione di quaranta anni di attività.
Nato nel 1975 per offrire esempi di tessuti delle epoche passate ai giovani dell’Istituto Tecnico Industriale Tullio Buzzi e come supporto ai disegnatori tessili del distretto di Prato, dopo varie collocazioni ha trovato una sede definitiva e si potrebbe dire “naturale” presso l’ex opificio tessile Campolmi un grande spazio all’interno delle antiche mura medioevali.
“Negli ultimi quindici anni di attività le collezioni del Museo si sono accresciute notevolmente, grazie a centinaia di atti donativi da parte di enti, aziende, associazioni, cittadini e cultori della materia. Il fondo di tessili antichi – costituitosi con la prima, grande donazione da parte dell’imprenditore Loriano Bertini – è in continua crescita, e rappresenta oggi
Ci sono persone che conoscono il nome di Maria Lai perché han letto che il noto stilista Antonio Marras ha lavorato con lei.
Ci sono anche persone che amano la moda di Antonio Marras perché sanno che ha reso omaggio a Maria Lai.
Due punti di vista diversi, che si intersecano.
Al Museo del Tessuto di Prato ieri erano certamente più numerosi i primi. L’occasione è stata la presentazione del catalogo della mostra Maria Lai. Ricucire il mondo curata da Lorenzo Giusti, direttore del museo MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro.
Un catalogo uscito dopo la chiusura della prima grande retrospettiva sull’opera dell’artista e che raccoglie documenti, immagini e testi critici relativi a 60 anni di lavoro.
E’ questo il titolo di un progetto sperimentale che la Fondazione Museo del tessuto di Prato ha sviluppato in collaborazione con la Cooperativa Kepos di Prato per la realizzazione di percorsi e attività creative basati sulla sensibilizzazione all’arte del tessuto e pensati per utenti con disabilità motorie e cognitive di diversi livelli.
Il programma ha preso il via ad inizio Novembre 2014 con il primo di quattro incontri settimanali che costituiscono la fase di lancio del progetto, in cui gli utenti sono introdotti all’universo del tessile mediante un ciclo di visite guidate alle collezioni del museo e soprattutto attraverso laboratori creativi pensati appositamente.
Tali attività mirano alla scoperta
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