Occupy Lottozero
Entrando trovo un lavoro appeso sulla mia destra: un doppio guscio in forma antromorfa. Al lato è istallato un ampio arazzo in patchwork colorato, mi ricorda il foulard che Emilio Pucci dedicò al Battistero di Firenze: architetture simili, questo però è il profilo di Prato, è il capolavoro del Sangallo, Santa Maria delle Carceri!
Supero un tappeto di piastrelle bianche dipinte ed attraverso un portale tessile: mi trovo nell’ampia sala, nella fucina in cui si è svolta Occupy Lottozero. Alle pareti e sui tavoli schizzi, esercitazioni, foto, appunti… artefici di tutto questo sono due ragazzi molto giovani, appena diplomati, che si sono conosciuti a scuola e che si amano di quell’amore totale e fusionale che solo i giovanissimi sanno vivere: una fusione di intenti, sentimenti, corpi nel quale si è certi che la volontà dell’uno possa muovere la mano dell’altro.